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I molti volti di Gesù |
Iniziamo qui la carrellata dei tre personaggi che io considero miei maestri. Il primo è Gesù il Nazareno o Gesù Cristo, se preferite. Chiariamo subito due questioni: 1) il fatto che non ci siano racconti contemporanei alla vita di Gesù non significa che non sia esistito. In fondo, anche le fonti più antiche sulla vita di Alessandro Magno sono di due secoli dopo la sua morte e, inoltre, sono zeppe di elementi mitici (lui che taglia il nodo gordiano, che doma il cavallo Bucefalo, eccetera). 2) è improbabile che il vero creatore del cristianesimo sia stato Paolo di Tarso (San Paolo per i credenti), visto che anche di quest'ultimo come di Gesù abbiamo informazioni solo tramite le Sacre Scritture e persino le Lettere che gli sono attribuite non è detto che siano opera sua, o per lo meno non tutte e non per intero.
In ogni caso, devo fare presente che le informazioni biografiche su Cristo contengono molte divergenze, poiché a narrarci della sua vita sono differenti Vangeli: Marco è il più breve e forse il più antico; Matteo si rivolge prevalentemente agli ebrei e cerca in ogni modo di dimostrare che Gesù è veramente il Messia annunciato dai profeti; Luca ha un'ottica più sociale e, non a caso, viene citato persino da Charlie Chaplin nel suo capolavoro Il Grande Dittatore; Giovanni è forse il Vangelo più mistico, in cui più degli altri si cerca di sottolineare la divinità del suo protagonista, ma, per contraltare, è anche il Vangelo dell'amicizia che insiste sul rapporto speciale tra Cristo e i discepoli. Oltre a questi che sono i testi canonici, riconosciuti da tutte le Chiese, esistono i Vangeli apocrifi: tra i molti, Il Vangelo di Tommaso, in cui Gesù viene presentato come un asceta in contrasto con ogni forma di religione organizzata (elemento su cui torneremo); i numerosi Vangeli dell'Infanzia che spesso contengono elementi entrati anche nella tradizione popolare, tipo la presenza di un bue e un asino a scaldare col loro fiato Gesù Bambino; esiste persino un Vangelo di Barnaba che è molto apprezzato dagli islamici, siccome, in esso, Gesù nega esplicitamente di essere Figlio di Dio e annuncia la venuta di Maometto.
Dal confronto fra i vari Vangeli, tuttavia, possiamo ricavare anche alcune elementi comuni sulla vita di Gesù:
- I suoi genitori si chiamavano Giuseppe e Maria, ed erano di condizione modesta.
- Proveniva dal villaggio di Nazareth, in Galilea.
- In un primo momento, aderì ai seguaci di un predicatore itinerante, Giovanni il Battista.
- In seguito, si distaccò da Giovanni per intraprendere a sua volta la predicazione.
- Attorno a lui si formò un gruppo di discepoli.
- Il suo insegnamento lo portò in contrasto con le autorità religiose ebraiche.
- Queste ultime lo fecero condannare a morte dai romani per crocifissione.
- Dopo alcuni giorni dall'esecuzione, la sua tomba venne trovata vuota.
Abbiamo anche informazioni sul suo insegnamento. Semplificando molto, si può dire che Gesù ebbe un forte rapporto personale con Dio, che considerava un Padre buono e amorevole. Questa sua esperienza interiore contrastava però con la constatazione che nel mondo sono presenti il male, la sofferenza, la morte e soprattutto l'ingiustizia. Gesù insegnò quindi che sarebbe venuto un "Regno di Dio" in cui l'umanità sarebbe stata liberata dal male. Questa idea era già presente nella tradizione ebraica a cui il Nazareno apparteneva: ancora oggi gli ebrei attendono più ancora che il Messia (considerato da loro un inviato di Dio ma non Dio a sua volta), l'arrivo di un'Era Messicana nella quale finirà tutto ciò che c'è di negativo nell'esistenza. La novità di Gesù è quella di dire che quest'Era è già arrivata, ma gli uomini e le donne dovevano collaborare con Dio per realizzare già nel presente il Suo Regno. Per lui, non si trattava dunque di una realtà trascendente, situata in chissà quale altra dimensione, come sarà in tanto cristianesimo successivo.
Sotto questo punto di vista, non è sbagliato considerare Gesù un Messia "politico", stando bene attenti però al fatto che al Nazareno prendere personalmente il potere su questa Terra non interessava, gli bastava indirizzare le persone a vivere come lui un'esperienza trasformante con Dio. Questa trasformazione avrebbe permesso di cambiare il loro modo di vivere e quindi anche la realtà circostante. Infatti, non solo prometteva ai suoi seguaci "lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome" (Giovanni 14,26), ma affermava che essi "faranno cose più grandi di quelle che ho fatto io" (Gv 14,12).
Non entro qui nel merito se le Chiese cristiane siano state o meno all'altezza di quanto Gesù Cristo ha insegnato, poiché sto già pensando ad un post specifico sull'argomento. Invece, voglio soffermarmi su un'altra domanda: qual era il rapporto di Cristo con la religione organizzata? Di sicuro non è solo nell'apocrifo Vangelo di Tommaso che vediamo il Nazareno scontrarsi con le istituzioni religiose ufficiali e le loro regole. Anche nei testi canonici, Gesù compie guarigioni di sabato, infrangendo il riposo assoluto voluto dalla Legge di Mosè, non esita ad incontrarsi con pagani, meretrici e pubblici peccatori, e mangia con loro, divenendo così ritualmente impuro sempre per la Legge mosaica. Inoltre, la vicenda della cacciata dei mercanti dal Tempio di Gerusalemme non è solo un attacco alle speculazioni dei sommi sacerdoti, ma anche un'infrazione di alcune pratiche religiose comuni: i mercanti, in questione, erano infatti cambiavalute e venditori di colombe o, più in generale, di bestiame. I primi erano lì perché i fedeli potevano voler lasciare offerte in denaro, come oggi si fa nelle chiese, ma la moneta romana con il viso dell'imperatore non poteva entrare in un luogo santo giudaico e doveva venire sostituita con una moneta "sacra", coniata appositamente. I secondi erano invece legati ai sacrifici di animali che si compivano nel Tempio: i ricchi sacrificavano pecore e buoi, i poveri colombe. Eppure, Gesù era per altri versi un ebreo osservante che citava le Sacre Scritture, frequentava le sinagoghe, partecipava alle varie festività, a chi gli chiedeva come essere salvato, indicava per prima cosa l'osservanza dei comandamenti (Marco 10,17-19).
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Gesù e la samaritana |
Secondo me, una possibile spiegazione di questo apparente paradosso si trova nel capitolo quarto del Vangelo di Giovanni, ossia nel dialogo tra Gesù e una donna samaritana. I samaritani erano considerati degli ebrei eretici, essenzialmente perché seguivano una forma più arcaica della religione israelitica: non riconoscevano il Tempio di Gerusalemme, perché i patriarchi non avevano un tempio stabile, ma offrivano i loro sacrifici su altari di pietra realizzati in cima ai montagne (i samaritani avranno per un certo periodo un loro Tempio sul monte Garizim); accettavano come unico testo sacro la Torah, ovvero i primi cinque libri della Bibbia; venivano per giunta accusati di adorare altri cinque dei oltre al Dio d'Israele. Quest'ultima accusa sembra infondata, però forse ne rimane traccia anche nel brano evangelico qui trattato, visto che Gesù dice alla donna "Hai avuto cinque mariti e quello con cui vivi ora non è tuo marito". In ogni caso, la fede in un Dio unico era arrivata tra gli ebrei molto più tardi di quanto immaginiamo, quindi può darsi che persino in questo i samaritani fossero più fedeli ai patriarchi degli altri israeliti.
Ad un certo punto, la donna chiede a Gesù se bisogna adorare Dio a Gerusalemme, come facevano i giudei, o sul Garizim, come è abitudine dei samaritani. Gesù le risponde che "La salvezza viene dai giudei", ma verrà un giorno in cui "né su questo monte, né a Gerusalemme si adorerà Dio. Dio è Spirito e va adorato in Spirito e Verità". In pratica, Gesù riconosce una sua affiliazione alla fede della maggior parte degli ebrei, fossero essi sadducei, farisei, zeloti o altro. Allo stesso tempo, però, superava questa divisione confessionale tra loro e i samaritani, dicendo che Dio è Spirito, quindi qualcosa di oltre tutte le definizioni possibili. Può darsi che anche i contrasti avuti con i farisei si riconducono a questo: i farisei, infatti, erano coloro che riconoscevano le scritture profetiche e quindi credevano in cose come il Messia, il giudizio dopo la morte e la Resurrezione della carne. Anche Gesù predicava tutto questo, eppure il Nazareno polemizzava continuamente con i farisei, perché a questi ultimi mancava forse una visione apofatica (cioè non concettuale) di Dio, volendo invece imprigionarLo nelle loro regole, riti e concetti. Sotto questo punto di vista, mi riconosco pienamente nell'insegnamento di Gesù Cristo e non esito a definirmi cristiano.
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Crocifissione "cosmica" di Salvador Dalì |