venerdì 2 luglio 2021

Perché Maometto?

Muhammad e il cavallo miracoloso Buraq



Premessa

Chiariamo subito una cosa: non è in corso nessuno scontro di civiltà tra Occidente e Islam, e nemmeno tra Cristianità e Islam. Caso mai, esiste un conflitto geopolitico che vede schierati da un lato Russia e Cina, dall'altro gli Stati Uniti d'America e i paesi della NATO. I primi hanno come alleati in Medio Oriente l'Iran sciita, ma anche la Siria laica e socialista. I secondi, invece, si appoggiano Israele (paese che applica l'apartheid verso gli arabi sia musulmani, sia cristiani), ma anche alle monarchie sunnite, come l'Arabia Saudita. Quest'ultima è lo Stato che applica la legge coranica nella sua forma più brutale, nonché uno sponsor del terrorismo internazionale. Non è la prima volta che nascono queste alleanze trasversali. Persino durante la battaglia di Lepanto, nella flotta cattolica non c'erano le navi francesi, perché in quella guerra la Francia era alleata dell'Impero Ottomano contro il comune nemico, la Spagna.

Ho voluto spiegare tutto ciò per evitare i pregiudizi "politici" sulla persona del Profeta dell'Islam, Muhammad. Chiamato nelle varie lingue anche Mohamed, Mehmet e Maometto. Dopo il suo nome i fedeli musulmani aggiungono la sigla S.A.W. o S.A.W.S. che significa Sallallahu Alayhi We Sallam (La pace e la benedizione di Allah siano su di lui). 

La vita

La Qa'ba della Mecca


Il Profeta nasce nel VI secolo d.C. in Arabia, rimane orfano di entrambi i genitori e viene cresciuto dalla zio Abu Talib, che gli insegna il mestiere di cammelliere. Muhammad è comunque poverissimo. Sarà solo sposando la ricca vedova Khadija, che troverà la stabilità economica. Khadija sarà il più grande amore di Muhammad, il quale non sposerà altre donne fino alla morte della sua prima moglie. Quando il Profeta, solito ritararsi in meditazione in una grotta sul monte Hira, comincia ad avere esperienze soprannaturali, saranno proprio Khadija e il cugino di questa, Waraqa (forse un cristiano), a convincerlo che esse vengono da Dio e non dai djinn, i geni che tormentano gli uomini secondo la tradizioni araba.

Infatti, Muhammad, all'inizio, è spaventato dai segni che Allah gli invia, come suppongo lo saremmo tutti noi: sentiva voci uscire dalle pietre e gli apparve un essere gigantesco, il quale, poi, si rivelò essere l'arcangelo Gabriele. Muhammad accetta da costui una Rivelazione, il Corano, che si mette a proclamare per le strade della Mecca, suscitando l'odio delle élite politeiste della città. Il Profeta, inoltre, ha un'esperienza mistica sconvolgente: degli angeli lo trasportano fino a Gerusalemme, sulla spianata dove sorgeva il Tempio di Salomone. Da lì, una cavalcatura soprannaturale con il volto di donna, Buraq, lo conduce in cielo per fargli incontrare i Profeti che l'hanno preceduto ed infine Dio in persona.

Nel frattempo, però, i politeisti meccani complottano per uccidere Muhammad. Questi è costretto a fuggire nell'oasi di Yathrib, la futura Medina. Qui, il Profeta, da semplice mistico e predicatore, diviene anche un capo politico. Con una serie di battaglie, riesce a conquistare la Mecca e, dopo aver perdonato coloro che avevano cercato di ucciderlo, fa sgomberare tutti gli idoli dalla Qa'ba, il tempio della città, ad eccezione di una Pietra Nera, che si diceva fosse stata venuta dal cielo e ritrovata da Abramo. Secondo alcune fonti, avrebbe risparmiato anche un'icona raffigurante la Vergine Maria con Gesù Bambino in braccio.

A questo punto, si potrebbe pensare che Muhammad abbia raggiunto il suo scopo, costituire una comunità di fedeli monoteisti in Arabia, ma alla sua morte i suoi seguaci si divisero. Rimasto vedovo di Khadija, il Profeta aveva avuto più mogli e diversi figli da ciascuna, però i maschi non gli erano sopravvissuti, quindi non c'era un erede in linea diretta. Inoltre, Muhammad morì tra le braccia della moglie favorita, Aisha. I suoi seguaci eleggono come suo successore il padre di Aisha, Abu Bakr, che i sunniti ancora oggi considerano il primo califfo. Gli sciiti, invece, ritengono che Aisha abbia avvelenato il Profeta su mandato proprio di Abu Bakr. Per questi ultimi, l'unico erede di Muhammad è suo cugino, l'Imam Alì, che il Profeta aveva cresciuto come un figlio e al quale aveva fatto sposare la figlia Fatima.  Certo, esistono anche altre confessioni islamiche (ibaditi, drusi, alawiti, aleviti, ecc.), ma sciiti e sunniti restano le due più diffuse.

L'esperienza interiore

Il Profeta Muhammad e l'Imam Alì


La fede di Muhammd ruota intorno ad un Dio unico, Allah. Il nome, in arabo, significa letteralmente "il Dio", ma potrebbe derivare dall'aramaico Aloho che, a sua volta, rimanda all'ebraico Elohim, accrescitivo di El, divinità pagana adorata nell'antico Vicino Oriente. Tuttavia, alcuni studiosi sostengono che Allah fosse in origine uno degli dei di un pantheon molto più esteso. Quindi, anche l'Islam, come ebraismo e cristianesimo, nasce come un sincretismo: nel Corano si specifica che ebrei, cristiani, zoroastriani e i misteriosi sabei (forse una setta gnostica) hanno ricevuto tutti una Rivelazione da Allah e, per questo, non devono essere perseguitati, ma solo sottoposti al pagamento di una tassa. Sempre il Corano cita una serie di Profeti precedenti a Muhammad. Fra di essi, ci sono personaggi della tradizione giudeo-cristiana, come Abramo, Mosè, Noè, Giovanni il Battista e Gesù, ma anche altri meno facilmente identificabili, come Idris e Suayb, derivati forse dalla tradizione araba preislamica. Qualcuno ha persino sostenuto che Idris fosse in realtà Ermete Trismegisto, il dio dell'alchimia, ma non è provato. Possiamo dedurre che la visione del sacro di Muhammad fosse molto più inclusiva di quanto non lo sarà per i suoi seguaci nei secoli successivi.

Se continuiamo ad esaminare la fede personale di Muhammad e la confrontiamo con quella di Gesù Cristo, ci accorgiamo che non c'è un'identificazione totale con Dio. Il Profeta dell'Islam non avrebbe mai detto "Io e il Padre siamo una cosa sola", come fa invece Gesù nel Vangelo di Giovanni. Per lui, Allah resta un Dio trascendente ed inconoscibile. Se qualche occidentale, anche recentemente, ha accusato l'Islam di presentare una divinità tirannica e contraddittoria, che può far morire un uomo e poi risuscitarlo secoli dopo senza alcun motivo apparente, si può rispondere che la vita stessa è spesso tirannica e contradditoria. Muhammad ha applicato a Dio quella incomprensibilità che vedeva nella realtà di tutti i giorni, con la differenza che lui non ha mai smesso di credere nella bontà divina. Non a caso, tutte le Sure (i capitoli) del Corano si aprono sempre con la frase "Nel Nome di Allah, il Clemente e il Misericordioso". Uno sforzo di fede e di speranza non certo comune.

In quanto al fatto che Muhammad non si è mai opposto a cose come la guerra e la schiavitù, bisogna rilevare che nemmeno il cristianesimo le ha abolite, però tanto l'Islam che le Chiese cristiane hanno cercato di regolamentare anche queste cose, in modo da arginarne i danni. Se Muhammad uccide gli ebrei medinesi che lo hanno tradito, però risparmia i politeisti meccani, tra cui i Banu Qureysh, il clan nemico al suo, perché questi si sono arresi. Anche i cavalieri europei medievali agivano secondo norme simili. Non sono d'accordo con il teologo Vito Mancuso che relega Muhammad in uno stato inferiore a Gesù, come pure ai profeti dell'Antico Testamento, perché, mentre questi si scontravano con le istituzione, lui le avrebbe costruite. Anzi, per me che cerco una via di mezzo tra Lenin e Tolstoj, mi pare che un legislatore ispirato, come fu Muhammad, possa essere un buon esempio da seguire: non c'è stata nella sua vita una scissione tra l'esperienza interiore e l'attività esteriore, tra il coltivare sé stesso e l'organizzare la società. Un lavoro che non deve essere stato facile, rilevabile anche nelle diversità tra le Sure composte alla Mecca e quelle elaborate a Medina, ma che è necessario fare per ciascuno di noi, se non vogliamo vivere in un mondo incompleto, o tutto spirituale o tutto materiale. 


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