Tutti cadiamo in alcuni errori di approccio alla meditazione. Eccone alcuni dei principali:
- Per esempio, specie se si parla di yoga o tai chi, molti credono che siano solo una forma di ginnastica per restare in forma. In tal caso, con tutti gli sport che ci sono, sarebbe quasi superfluo meditare.
- Altri si aspettano di aver trovato una sorta di "abracadabra" che fa sparire i problemi. In realtà, i problemi non spariscono, ma, meditando, si può cambiare il nostro modo di vederli e, magari, riuscire a risolverli.
- Altri ancora vanno in cerca del miracoloso, di sensazioni o visioni entusiasmanti. I maestri, invece, insegnano che, raggiunto un certo grado di ascesi, si può sì avere la percezione di luci, colori, immagini o persino odori fuori dall'ordinario, però non bisogna soffermarsi su queste esperienze, altrimenti si finirebbe col perdere la concentrazione necessaria al proprio percorso.
- Specie quando si è all'inizio (anche io ci sono passato), si tende a passare da un percorso all'altro: magari prima lo yoga, poi lo zen, poi ancora il sufismo o l'esicasmo, ecc. In pratica siamo come un telespettatore che fa zapping senza vedere nessun programma per intero. Una volta trovato il proprio percorso, bisogna restargli fedele, come quando ci si sposa o si va a convivere con la persona amata, non la si abbandona da un giorno all'altro per una più bella.
- A volte ci si lascia prendere da una specie di "narcisismo spirituale", per cui si pensa di essere già dei santi, degli illuminati, quando stiamo ancora muovendo i primi passi. Peggio ancora, si concepisce la mistica come qualcosa di staccato dalla morale: "basta che io mi senta bene dentro di me, non importa ciò che faccio agli altri" ci si ripete. Al contrario, i maestri spirituali ci insegnano che il primo passo verso la crescita interiori, precedente a qualunque pratica, sta nel condurre una vita retta.
- Inoltre, si può ridurre il percorso mistico ad una semplice conoscenza intellettuale. Anche questo è un errore, in cui io cado spesso. Swami Vivekananda, lo yogi indiano, spiegava esiste una differenza tra lo studioso e il mistico: il primo entra in un frutteto e comincia a contarne quanti rami ha ogni albero, e quante foglie o frutti ci sono su ogni ramo. Il mistico, invece, è colui che raccoglie i frutti e li mangia. Lo studioso ha solo una conoscenza indiretta della cose, il mistico le sperimenta su sé stesso, cercando di "gustare" letteralmente il sapore del Divino.
- Si pensa che la pace interiore o qualsiasi altro traguardo dipenda esclusivamente dalla nostra volontà. In pratica ci si fa violenza da soli per abolire tutti i pensieri, i sentimenti, gli impulsi che potrebbero sviarci, eppure si resta sempre frustrati, perché la meta non arriva. Invece, la percezione del Divino è un dono, non la si può costruire. La meditazione serve più che altro a prepararci ad accoglierla. Fintanto che non arriva, bisogna restare in attesa con pazienza e perseveranza
- L'errore più insidioso di tutti: affidarsi ad un falso maestro. Molti oggi si presentano come yogi, sufi, padri spirituali, insegnanti di meditazione o simili senza esserlo veramente. Non sempre è facile riconoscerli e, purtroppo, il rapporto che si instaura con un maestro è simile ad una relazione affettiva: persino se si rivela fallimentare, è difficile staccarsene. Pensate ad un donna che ha un marito ubriacone e manesco, magari è talmente innamorata di lui che, non solo non lo lascia, ma fabbrica con sé e gli altri ogni menzogna possibile per giustificarlo. Forse una prima distinzione è che un vero maestro non pretende ricompense né economiche, né di altro tipo, come Socrate che donava gratis i suoi insegnamenti e criticava gli altri filosofi, i quali, invece, chiedevano un pagamento ai discepoli. Un'ulteriore cernita sta nel fatto che un buon maestro non cerca di tenere legati a sé gli allievi: qualora uno di questi voglia lasciarlo, non lo costringe a restare. Inoltre i veri mistici hanno grande umiltà, non si vantano dei propri meriti, non si autoincensano e, soprattutto, non cercano di imporre le proprie decisioni o le proprie idee con la forza.
Un ultimo appunto, forse più importante degli altri. Se soffrite di disturbi fisici e/o psicologici, prima di darvi alla meditazione, consultate un medico o uno psichiatra, altrimenti non solo rischiate di non avere nessun beneficio, ma di farvi ulteriormente del male. La meditazione è aperta a tutti, però richiede salute fisica e mentale per poterla praticare correttamente.
Nessun commento:
Posta un commento