In questi giorni sto leggendo il libro Corpo spirituale e Terra celeste - Dall'Iran mazdeo all'Iran sciita. L'autore, Henri Corbin (1903-1978), era un filosofo e persianista francese. Nel saggio Corbin mostra come molti aspetti dell'antica religione persiana, lo zoroastrismo o mazdeismo, siano rimasti in vita nella mistica islamica sciita fino ai giorni nostri. Semplificando molto, lo studioso fa notare come, tanto per i mazdei quanto per gli sciiti, esistano diversi mondi: il mondo sensibile, cioè quello materiale, percepibile dai sensi; il mondo intelligibile, che è la sfera delle idee e del pensiero. Infine, il mondo immaginale, il quale è una sorta di zona intermedia tra i due, un "inter-mondo" lo definisce.
Corbin, a più riprese, si premura di specificare che l'immaginale non è l'immaginario, ossia della fantasia. Piuttosto, si tratta di qualcosa di reale, ma di una realtà diversa da quella che possiamo percepire con i nostri sensi o che possiamo elaborare con la nostra intelligenza. Il mondo immaginale è il regno della meditazione e delle Rivelazioni divine. In esso i mazdei collocano la loro Eptade divina, composta dal Dio supremo, Ahura Mazda, dai suoi sei Arcangeli, gli Amesha Spenta; sempre in esso, gli sciiti collocano i "Quattordici Immacolati", ossia il Profeta Muhammad, sua figlia Fatima e i dodici Imam che sono succeduti al Profeta. Questi quattordici esseri, esenti da errore e da peccato, sarebbero preesistenti alla nascita sulla Terra dei loro omologhi storici, un po' come, nel cristianesimo, il Logos divino precede la nascita fisica di Gesù dalla Vergine Maria. Il mondo immaginale è anche il mondo della Resurrezione, un concetto che sembra gli ebrei abbiano acquisito proprio dagli antichi iranici, per poi trasmetterlo a cristiani e musulmani.
i dodici Imam sciiti |
Penso che per molti uomini e donne credenti che conosco, ed anche per me personalmente, credere nella Resurrezione, oggigiorno, sia molto difficile: tutti sappiamo che il corpo, dopo la morte, si decompone fino a scomparire. Se si salva qualche osso, è già tanto. In più, anche il pianeta su cui viviamo (e che ci precede di milioni di anni, non di soli cinque giorni) è destinato presto o tardi a scomparire. Dove potranno mai vivere gli esseri umani risorti? Forse si trasferiranno su altri pianeti? Tutto questo ci impedisce di accettare razionalmente uno dei concetti-chiave della nostra fede. Se, però, noi pensiamo che la Resurrezione è un fatto reale, ma che avviene su un piano di realtà diverso da quello consueto, ci diventa qualcosa di credibile. Lo stesso vale per la Presenza di Cristo nel pane e nel vino eucaristici, oppure per i cattolici romani l'Assunzione di Maria al cielo "in anima e corpo". Senza un mondo immaginale, tutti questi dogmi di fede finiscono per venire considerati giusto delle metafore, delle parabole illuminanti, ma che, in fin dei conti, sono pura fantasia.
Sempre Corbin sottolinea come nel mondo immaginale ha sede la Sofia divina, quell'entità che per i mazdei è l''arcangelo femminile Spenta Armaiti e per i musulmani sciiti Fatima. Essa è inoltre la Shekinah della mistica ebraica, ossia la Presenza di Dio sulla Terra. "Sofia", in greco, significa Sapienza, qualcosa di diverso dalla semplice conoscenza concettuale (definita dai greci "Gnosis"), una sapienza che presuppone una partecipazione, un sentire il sapore delle cose. Quella che si può raggiungere con la vita spirituale, la ricerca del trascendente.
La discesa dello Spirito Santo su Maria e i discepoli |
A questo punto, qualcuno penserà che la Sofia, per un cristiano, potrebbe essere la Vergine Maria, quella "dea" Maria, nella quale ortodossi e cattolici romani vengono accusati di aver recuperato elementi di divinità pagane, quali Iside, la Luna, sposa e madre del Sole, e Gea, la Madre Terra. Io, personalmente, ritengo invece che la Sofia sia lo Spirito Santo. Se il nome di quest'ultimo, infatti, nelle lingue latine è al maschile, in quelle semitiche è al femminile: Spirito si dice in ebraico "Ruah", in aramaico "Ruo" e in arabo "Ruh". Tutti termini femminili!
Certo, qui potrei essere accusato di sincretismo o di relativismo, ed effettivamente mi viene la tentazione di rispondere con Pirandello "così è, se vi pare". In ogni caso, dobbiamo pensare che la teologia cristiana e cattolica ha sempre acquisito qualcosa dalle scuole di pensiero che incontrava sul suo cammino: I Padri della Chiesa erano influenzati da Platone e dai neoplatonici, Tommaso d'Aquino da Aristotele, i Teologi della Liberazione da Carlo Marx. Tutti questi sono stati cambiamenti positivi. Perché non possiamo acquisire l'idea di mondo immaginale e di Sofia dalla cultura iranica?
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