sabato 29 ottobre 2022

Universalismo cristiano - una professione di fede

Questo non è Buddha, ma Gesù ritratto da un'artista cinese.


Fino ad ora ho cercato di non esporre pubblicamente la mia visione  del mondo, perché non verrei creare l'ennesimo "sistema di pensiero", un'ideologia se preferite. In genere la vita è talmente mutevole e complessa da rompere tutti i sistemi in cui cerchiamo di imbrigliarla. Per giunta quando due persone che seguono due ideologie contrarie si incontrano, finisce per scoppiare una guerra, seppure non sempre combattuta con le armi.
Mi veniva però sempre più difficile parlare di spiritualità in astratto, senza una vera e propria visione d'insieme. Ho deciso quindi di spiegare la mia fede in dodici punti, specificando però che si tratta solo di opinioni personali e non di dogmi.

  1. Gesù di Nazareth non è solo uno fra i tanti maestri, me è Dio incarnato.
  2.  Allo stesso tempo esistono anche i santi e le sante sia all'interno delle comunità cristiane organizzate (Macario l'Egiziano, Isacco il Siro, Francesco d'Assisi, Caterina da Siena, Teresa d'Avila, ecc.) sia al di fuori di esse (es. Confucio, Buddha, il profeta Maometto, il rabbino Maimonide, il guru Nanak Dev e tanti altri).
  3. Ma chi è un santo? E' colui che accoglie in sé lo Spirito Santo. 
  4. E chi o cosa è lo Spirito Santo? E' quella parte di Dio che Egli dona a noi, suoi figli, già in questa vita. Tutti possiamo essere santificati e, in un certo senso, "divinizzati" dallo Spirito, come è avvenuto ai grandi maestri spirituali, se siamo disposti ad accettarLo in noi.
  5. I santi, a differenza di Gesù, non sono infallibili. Bisogna prendere con il beneficio del dubbio molte cose che dicono e fanno, sebbene in genere mettersi sulle loro orme sia sempre positivo.
  6. Tutte le grandi religioni e tradizioni spirituali possono condurre a Dio, ma nessuna possiede tutta la Verità su di Lui, poiché la Sua natura più intima non può essere ingabbiata in idee e concetti umani.
  7. Nessuno deve essere forzato a seguire una certa religione o un certo cammino piuttosto che un altro, poiché "le vie del Signore sono infinite" e forse quello che è bene per una persona può essere male per un'altra.
  8. La Bibbia, il Corano, i Veda, l'Adi Granth e qualunque altro testo sacro possono essere d'ispirazione per il cammino spirituale, a due condizioni: a) che li si legga in rapporto alla cultura dell'epoca storica e della regione geografica in cui sono stati scritti; b) che non ci si fermi al senso letterale, come fanno i fondamentalisti, ma se ne cerchi i significato profondo. 
  9.  Si deve sempre distinguere tra tradizione e tradizionalismo. La tradizione è qualcosa di più mutevole di quanto non si creda, infatti ogni religione e filosofia conosce una sua propria evoluzione. Per questo motivo è sbagliato rifiutare a priori ogni possibile riforma o cambiamento.
  10. Non si deve demonizzare né il nostro corpo né il mondo materiale. Essi sono doni di Dio, che possono condurci ad una comunione con Lui, a patto che li trattiamo con rispetto, senza abusarne.
  11. La partecipazione ai riti, lo studio della teologia, l'ascesi e la meditazione sono tutti importanti, purché siano accompagnati dalla misericordia verso il prossimo. Senza compassione nessuno può incontrare Dio.
  12. Non serve più al giorno d'oggi fondare nuove religioni o nuove Chiese cristiane, caso mai bisognerebbe costruire nuove comunità, poiché l'essere umano moderno, specialmente in Occidente, è malato di individualismo.




martedì 11 ottobre 2022

Meditazione focalizzata teistica (1): Introduzione




Chiedo scusa a tutti se non sono un sacerdote né un monaco, un rabbino o un imam.  Vi prego quindi umilmente di prendere le cose che scrivo con il beneficio del dubbio: non sono dogmi o rivelazioni avute da esseri soprannaturali, ma sole mie opinioni personali e, quindi, assolutamente contestabili.
Sono cristiano, ma riconosco un'ispirazione divina in tutte le religioni, per cui accetto di mettere da parte la mia visione del mondo per rivolgermi ai seguaci di qualunque fede, nonché agli atei e agli agnostici.
Come ho più volte spiegato, non credo sia possibile una sintesi fra tutte le religioni a livello dottrinario. Le visione teologiche e filosofiche troppo diverse: addirittura non in tutte le religioni si parla di "Dio" o di "anima", per lo meno non come li intendiamo noi in Occidente. Tuttavia su due elementi si può trovare delle similitudini, cioè la morale e la spiritualità.
Riguardo alla morale, se anche tra le varie tradizioni spirituali ci sono differenze su argomenti come l'alimentazione e la sessualità, d'altro canto esistono regole fondamentali che tutti accettano. Soprattutto ricorre la cosiddetta "Regola d'Oro": "Non fare agli altri quello che non vorresti gli altri facessero a te". Il primo ad esprimerla sembra sia stato il dotto cinese Confucio, mentre Gesù Cristo sarebbe l'unico a porla in positivo ("fa' agli altri quello che vorresti gli altri facessero a te").
Passando alla spiritualità, voglio prima precisare il significato di questo termine. Io concepisco la spiritualità come un lavorare sul proprio mondo interiore, e proprio per questo mi sembra un qualcosa di strettamente collegato all'etica, che invece regola i nostri rapporti con gli altri ed il mondo circostante. Scavando nel nostro sé possiamo arrivare al Trascendente, quello che comunemente noi occidentali chiamiamo Dio.
Qualcuno obbietterà che Dio è irraggiungibile, quindi è inutile cercare di costruire una relazione con Lui, altri che, in fondo, se il Divino è già dentro di noi, non serve nemmeno cercarLo. Entrambe le affermazioni sono incomplete. l'Assoluto, essendo infinito ed eterno, è impossibile da comprendere dalle menti di noi esseri umani, limitati nello spazio e nel tempo, però può essere, per così dire, "percepito" andando oltre i concetti astratti e i ragionamenti che continuamente facciamo su di Lui. Chi afferma che l'umanità e il Trascendente non si incontrino mai, in genere, è semplicemente qualcuno che non ha mai avuto occasione di fare esperienze della vicinanza di Dio.
Riguardo alla presenza del Divino in noi, io ne sono convintissimo, ma temo che non sia così facile entrare in contatto con Lui: siamo troppo distratti dalle mille impellenze della vita quotidiana, come pure dai nostri desideri, dalle nostre paure e immaginazioni per poter badare a Dio. Per giunta è sempre presente il rischio di fraintendere le vere ispirazioni divine dalle costruzioni del nostro inconscio.







Mi permetto di esporre un percorso spirituale, che io per primo sto cercando tra mille difficoltà di seguire: la meditazione focalizzata teistica, che per comodità abbrevio come MFT. Spieghiamo passa per passo, il significato di queste tre parole.
Il termine "meditazione" è stato usato per tradurre termini sanscriti come Dhyana e Bhavana. In realtà, il senso non è tanto quello di riflettere o ragionare su qualcosa, quanto piuttosto praticare uno o più esercizi psicofisici destinati ad aiutare la crescita spirituale. Fino a tempi recenti nella tradizione cristiana, la parola più usata per questo era "contemplazione".
La meditazione può essere di due tipi:
  • Attenzione focalizzata: ci si concentra un singolo oggetto, che può essere una parola, un'immagina, un testo scritto, una parte del corpo, una persona o altro. il Dhikr musulmano, la preghiera di Gesù e la lectio divina cristiane, la meditazione yogica classica e la Kabbalah meditativa ebraica rientrano tutte in questa categoria.
  • Attenzione aperta: si cerca di osserva tutto ciò che accade in noi e attorno a noi, senza attaccarsi a nulla, ma lasciandolo scorrere. Pratiche di origine buddista, come Vipassana, Mindfulness e meditazione panoramica tibetana, fanno parte di quest'altro raggruppamento.
Un'altra distinzione può essere compiuta sulla base dell'impostazione mentale di colui che medita( il meditante):
  • meditazione teistica: qualora il suo intento è l'incontro/unione con una divinità concepita come una persona.
  • meditazione a-teistica: se il suo scopo è invece raggiungere un Divino impersonale.
Facciamo attenzione che per "a-teistica" non si intende una pratica "atea": semplicemente questo tipo di meditazione proviene da tradizioni spirituali, come buddismo, taoismo e confucianesimo, non considerano indispensabile da venerazione di uno o più dei per la realizzazione spirituale, nonostante alcune frange di queste scuole di pensiero ammetano il culto per i loro fondatori (rispettivamente Buddha, Confucio e Lao-Tse) e per altri personaggi eminenti.
L'idea di un Dio-persona, tuttavia, rimane più tipica delle tre religioni di Abramo (ebraismo, cristianesimo e Islam), del sikhismo (un altro monoteismo ma non derivato da Abramo), dello shintoismo giapponese e di gran parte dell'induismo, come pure degli antichi culti di greci, romani, egizi, eccetera. La maggior parte delle religioni è quindi teista.
In questo saggio esamineremo un tipo di meditazione teistica focalizzata, non perché sia migliore della altre, bensì per il semplice motivo che è quella che io pratico. Non sarei in grado di parlare di Vipassana o di Zazen, visto che non mi ci sono mai accostato. Nei capitoli successivi prenderò in esame alcuni forme di MFT riprese da induismo, ebraismo, cristianesimo e Islam, quindi trarrò alcune conclusioni.

NB quelli che io propongo sono solo alcuni dei tanti metodi di meditazione possibili, quindi potranno non essere adatte a chiunque. In fondo non mangiamo tutti le stesse cose, non svolgiamo tutti lo stesso lavoro e, per fortuna, non ci innamoriamo tutti dello stesso uomo o della stessa donna. Perché non dovrebbero esserci diverse vie per raggiungere l'Assoluto, ciascuna più adatta a determinate persone piuttosto che ad altre?

CONTINUA



Christian Universalism - a profession of faith (English version)

All the following sentences are not dogmas or revelated Thruths, but only my personal opinions. God is neither male, nor female, but He/She ...