lunedì 14 novembre 2022

Christian Universalism - a profession of faith (English version)



All the following sentences are not dogmas or revelated Thruths, but only my personal opinions.

God is neither male, nor female, but He/She is our Father, Mother, Friend and Lover. In His/Her Kingdom there is no discrimination on sexuality, race, language, religion, political view, etc.
Jesus of Nazareth is not only a great spiritual theacher, He is the incarnated God. At the same time there are a lot of holy men and women, the Saints guided by God. There are Saints, both inside the organized Christian communities (for example: Makarios the Egyptian, Isaac the Syrian, Catherine of Siena, Theresa of Avila), both outside them (Confucius, Buddha, Mohamed, Rabbi Maimonides, Guru Nanak Dev and others).
Who is a Saint? A person guided by the Holy Spirit, a part of God, who He Himself already gives us in this mortal life. Everyone can meet the Spirit of God. The only limit is that one has to sincerely accept Him and to live in accord to the Spirit. A Saint could make mistakes, as every human, but to follow a Saint's theaching is always a good choice.
If a person practices his/her religion or philosophy with devotion and love, he/she can reach the Holy Spirit, but nobody has the right to impose his way or view to others.
Study of the Holy Scriptures, prayers, rites, ethical laws and meditation are the tools who help us in our spiritual pilgrimage, but only on condition that we also practice charity to our brothers and sisters. In the Gospels, Jesus Christ Himself explains that the real discriminating factor is the charity to others, for example in the Sermon on the Beatitudes (Matthew 5,3-12) or in the Parable of the Sheep and the Goals (Matthew 25,31-56).
The Scriptures, like Bible, Quran, Vedas, Adi Granth and Pali Canon, are inspired by God, but written by humans, who lived in a particular age and country, that influenced them. For this reason, the Scriptures may help us, if we read them with wisdom and not with fanatism or superficiality.
Tradition and traditionalism are not the same thing: the Revelation is progressive and can be adapted to different ages, cultures and societies. We must not always oppose to changes, because they could be positive or, in some situations, necessary.
Material reality and our carnal bodies are gifts of God, expression of His/Her love. We must respect nature, and not abuse or destoy it, because it is not our proprierty. The same for our bodies, that are part of us and necessary for us.

sabato 29 ottobre 2022

Universalismo cristiano - una professione di fede

Questo non è Buddha, ma Gesù ritratto da un'artista cinese.


Fino ad ora ho cercato di non esporre pubblicamente la mia visione  del mondo, perché non verrei creare l'ennesimo "sistema di pensiero", un'ideologia se preferite. In genere la vita è talmente mutevole e complessa da rompere tutti i sistemi in cui cerchiamo di imbrigliarla. Per giunta quando due persone che seguono due ideologie contrarie si incontrano, finisce per scoppiare una guerra, seppure non sempre combattuta con le armi.
Mi veniva però sempre più difficile parlare di spiritualità in astratto, senza una vera e propria visione d'insieme. Ho deciso quindi di spiegare la mia fede in dodici punti, specificando però che si tratta solo di opinioni personali e non di dogmi.

  1. Gesù di Nazareth non è solo uno fra i tanti maestri, me è Dio incarnato.
  2.  Allo stesso tempo esistono anche i santi e le sante sia all'interno delle comunità cristiane organizzate (Macario l'Egiziano, Isacco il Siro, Francesco d'Assisi, Caterina da Siena, Teresa d'Avila, ecc.) sia al di fuori di esse (es. Confucio, Buddha, il profeta Maometto, il rabbino Maimonide, il guru Nanak Dev e tanti altri).
  3. Ma chi è un santo? E' colui che accoglie in sé lo Spirito Santo. 
  4. E chi o cosa è lo Spirito Santo? E' quella parte di Dio che Egli dona a noi, suoi figli, già in questa vita. Tutti possiamo essere santificati e, in un certo senso, "divinizzati" dallo Spirito, come è avvenuto ai grandi maestri spirituali, se siamo disposti ad accettarLo in noi.
  5. I santi, a differenza di Gesù, non sono infallibili. Bisogna prendere con il beneficio del dubbio molte cose che dicono e fanno, sebbene in genere mettersi sulle loro orme sia sempre positivo.
  6. Tutte le grandi religioni e tradizioni spirituali possono condurre a Dio, ma nessuna possiede tutta la Verità su di Lui, poiché la Sua natura più intima non può essere ingabbiata in idee e concetti umani.
  7. Nessuno deve essere forzato a seguire una certa religione o un certo cammino piuttosto che un altro, poiché "le vie del Signore sono infinite" e forse quello che è bene per una persona può essere male per un'altra.
  8. La Bibbia, il Corano, i Veda, l'Adi Granth e qualunque altro testo sacro possono essere d'ispirazione per il cammino spirituale, a due condizioni: a) che li si legga in rapporto alla cultura dell'epoca storica e della regione geografica in cui sono stati scritti; b) che non ci si fermi al senso letterale, come fanno i fondamentalisti, ma se ne cerchi i significato profondo. 
  9.  Si deve sempre distinguere tra tradizione e tradizionalismo. La tradizione è qualcosa di più mutevole di quanto non si creda, infatti ogni religione e filosofia conosce una sua propria evoluzione. Per questo motivo è sbagliato rifiutare a priori ogni possibile riforma o cambiamento.
  10. Non si deve demonizzare né il nostro corpo né il mondo materiale. Essi sono doni di Dio, che possono condurci ad una comunione con Lui, a patto che li trattiamo con rispetto, senza abusarne.
  11. La partecipazione ai riti, lo studio della teologia, l'ascesi e la meditazione sono tutti importanti, purché siano accompagnati dalla misericordia verso il prossimo. Senza compassione nessuno può incontrare Dio.
  12. Non serve più al giorno d'oggi fondare nuove religioni o nuove Chiese cristiane, caso mai bisognerebbe costruire nuove comunità, poiché l'essere umano moderno, specialmente in Occidente, è malato di individualismo.




martedì 11 ottobre 2022

Meditazione focalizzata teistica (1): Introduzione




Chiedo scusa a tutti se non sono un sacerdote né un monaco, un rabbino o un imam.  Vi prego quindi umilmente di prendere le cose che scrivo con il beneficio del dubbio: non sono dogmi o rivelazioni avute da esseri soprannaturali, ma sole mie opinioni personali e, quindi, assolutamente contestabili.
Sono cristiano, ma riconosco un'ispirazione divina in tutte le religioni, per cui accetto di mettere da parte la mia visione del mondo per rivolgermi ai seguaci di qualunque fede, nonché agli atei e agli agnostici.
Come ho più volte spiegato, non credo sia possibile una sintesi fra tutte le religioni a livello dottrinario. Le visione teologiche e filosofiche troppo diverse: addirittura non in tutte le religioni si parla di "Dio" o di "anima", per lo meno non come li intendiamo noi in Occidente. Tuttavia su due elementi si può trovare delle similitudini, cioè la morale e la spiritualità.
Riguardo alla morale, se anche tra le varie tradizioni spirituali ci sono differenze su argomenti come l'alimentazione e la sessualità, d'altro canto esistono regole fondamentali che tutti accettano. Soprattutto ricorre la cosiddetta "Regola d'Oro": "Non fare agli altri quello che non vorresti gli altri facessero a te". Il primo ad esprimerla sembra sia stato il dotto cinese Confucio, mentre Gesù Cristo sarebbe l'unico a porla in positivo ("fa' agli altri quello che vorresti gli altri facessero a te").
Passando alla spiritualità, voglio prima precisare il significato di questo termine. Io concepisco la spiritualità come un lavorare sul proprio mondo interiore, e proprio per questo mi sembra un qualcosa di strettamente collegato all'etica, che invece regola i nostri rapporti con gli altri ed il mondo circostante. Scavando nel nostro sé possiamo arrivare al Trascendente, quello che comunemente noi occidentali chiamiamo Dio.
Qualcuno obbietterà che Dio è irraggiungibile, quindi è inutile cercare di costruire una relazione con Lui, altri che, in fondo, se il Divino è già dentro di noi, non serve nemmeno cercarLo. Entrambe le affermazioni sono incomplete. l'Assoluto, essendo infinito ed eterno, è impossibile da comprendere dalle menti di noi esseri umani, limitati nello spazio e nel tempo, però può essere, per così dire, "percepito" andando oltre i concetti astratti e i ragionamenti che continuamente facciamo su di Lui. Chi afferma che l'umanità e il Trascendente non si incontrino mai, in genere, è semplicemente qualcuno che non ha mai avuto occasione di fare esperienze della vicinanza di Dio.
Riguardo alla presenza del Divino in noi, io ne sono convintissimo, ma temo che non sia così facile entrare in contatto con Lui: siamo troppo distratti dalle mille impellenze della vita quotidiana, come pure dai nostri desideri, dalle nostre paure e immaginazioni per poter badare a Dio. Per giunta è sempre presente il rischio di fraintendere le vere ispirazioni divine dalle costruzioni del nostro inconscio.







Mi permetto di esporre un percorso spirituale, che io per primo sto cercando tra mille difficoltà di seguire: la meditazione focalizzata teistica, che per comodità abbrevio come MFT. Spieghiamo passa per passo, il significato di queste tre parole.
Il termine "meditazione" è stato usato per tradurre termini sanscriti come Dhyana e Bhavana. In realtà, il senso non è tanto quello di riflettere o ragionare su qualcosa, quanto piuttosto praticare uno o più esercizi psicofisici destinati ad aiutare la crescita spirituale. Fino a tempi recenti nella tradizione cristiana, la parola più usata per questo era "contemplazione".
La meditazione può essere di due tipi:
  • Attenzione focalizzata: ci si concentra un singolo oggetto, che può essere una parola, un'immagina, un testo scritto, una parte del corpo, una persona o altro. il Dhikr musulmano, la preghiera di Gesù e la lectio divina cristiane, la meditazione yogica classica e la Kabbalah meditativa ebraica rientrano tutte in questa categoria.
  • Attenzione aperta: si cerca di osserva tutto ciò che accade in noi e attorno a noi, senza attaccarsi a nulla, ma lasciandolo scorrere. Pratiche di origine buddista, come Vipassana, Mindfulness e meditazione panoramica tibetana, fanno parte di quest'altro raggruppamento.
Un'altra distinzione può essere compiuta sulla base dell'impostazione mentale di colui che medita( il meditante):
  • meditazione teistica: qualora il suo intento è l'incontro/unione con una divinità concepita come una persona.
  • meditazione a-teistica: se il suo scopo è invece raggiungere un Divino impersonale.
Facciamo attenzione che per "a-teistica" non si intende una pratica "atea": semplicemente questo tipo di meditazione proviene da tradizioni spirituali, come buddismo, taoismo e confucianesimo, non considerano indispensabile da venerazione di uno o più dei per la realizzazione spirituale, nonostante alcune frange di queste scuole di pensiero ammetano il culto per i loro fondatori (rispettivamente Buddha, Confucio e Lao-Tse) e per altri personaggi eminenti.
L'idea di un Dio-persona, tuttavia, rimane più tipica delle tre religioni di Abramo (ebraismo, cristianesimo e Islam), del sikhismo (un altro monoteismo ma non derivato da Abramo), dello shintoismo giapponese e di gran parte dell'induismo, come pure degli antichi culti di greci, romani, egizi, eccetera. La maggior parte delle religioni è quindi teista.
In questo saggio esamineremo un tipo di meditazione teistica focalizzata, non perché sia migliore della altre, bensì per il semplice motivo che è quella che io pratico. Non sarei in grado di parlare di Vipassana o di Zazen, visto che non mi ci sono mai accostato. Nei capitoli successivi prenderò in esame alcuni forme di MFT riprese da induismo, ebraismo, cristianesimo e Islam, quindi trarrò alcune conclusioni.

NB quelli che io propongo sono solo alcuni dei tanti metodi di meditazione possibili, quindi potranno non essere adatte a chiunque. In fondo non mangiamo tutti le stesse cose, non svolgiamo tutti lo stesso lavoro e, per fortuna, non ci innamoriamo tutti dello stesso uomo o della stessa donna. Perché non dovrebbero esserci diverse vie per raggiungere l'Assoluto, ciascuna più adatta a determinate persone piuttosto che ad altre?

CONTINUA



sabato 24 settembre 2022

Yoga, sufismo ed esicasmo: simili ma non uguali



In molti hanno provato a fare una sintesi di tutte le religione esistenti, alcuni in maniera quasi cialtronesca, come nel caso dell'occultista anglo-russa Madame Blavatsky, altri più coscienziosamente, come il mistico iraniano Baha'u'llah, fondatore della fede Baha'i. Io personalmente penso che non si possa trovare un accordo tra le diverse religioni e tradizioni spirituali sul piano dell'insegnamento dottrinario, bensì su quello delle pratiche mistiche, oltre che sulla morale. Per spiegare questo consentitemi di confrontare tre grandi scuole di spiritualità, cioè lo yoga, il sufismo e l'esicasmo.

Lo yoga nasce dell'induismo, una religione politeista in cui si venerano migliaia di dei, tuttavia gli indù ritengono che divinità, umani, animali, piante ed ogni altro essere non siano che tante espressioni del Sé universale, il Brahman. Il sufismo proviene dall'Islam, una fede monoteista assoluta con un Dio uno e unico. L'esicasmo dal cristianesimo - soprattutto ortodosso orientale - che è un po' un monoteismo "atipico", nel quale il Dio unico viene visto come la comunione fra tre persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Anche quello che si aspettano i seguaci di tali scuole è differente: gli indù cercando di ottenere la fusione del loro sé individuale con il Sé universale, in cui il primo scompare a favore del secondo; i cristiani parlano di Unio Mystica, unione mistica con Dio, o addirittura di Theosis, divinizzazione, intendendo con questo una comunione d'amore tra la creatura umana e il suo Creatore, senza però una vera fusione tra i due esseri; i Sufi hanno elaborato due concetti all'apparenza contraddittori, ossia il Fanah, l'estinzione del credente in Dio (che scompare come nell'induismo), e il Baqah, la sopravvivenza dello stesso in Dio (come nel cristianesimo). Le diverse confraternite Sufi tendono a dare più importanza all'uno o all'altro, oppure ad entrambi.

Nonostante ciò, il percorso mistico di uno yogi, di un sufi o di un esicasta appare simile nelle sue tappe. In primo luogo, tutti devono condurre uno stile di vita sobrio, cercando di controllare il proprio corpo e i propri istinti. Inoltre devono guardarsi bene dall'arrecare danno agli altri. Tutto questo è un cammino di purificazione che anticipa le pratiche mistiche vere e proprie. I maestri delle varie tradizioni sono concordi nell'affermare che, senza queste premesse, il cammino spirituale non porterà a nulla.



Seguono a questo punto degli esercizi psicofisici per unificare corpo, mente e spirito. Per esempio cercare di portare tutta la propria attenzione su una parola o una frase è una pratica comune. Fra gli yogi si chiama Mantra, tra i sufi Dhikr, tra gli esicasti Preghiera del Cuore o Preghiera di Gesù. Soprattutto i musulmani e cristiani ortodossi sembrano identificare in gran parte la loro spiritualità proprio con queste due pratiche, tuttavia la Preghiera di Gesù può venire tradotta in varie lingue o modificata a seconda delle esigenze del fedele, mentre Mantra e Dhikr devono restare sempre invariate, poiché considerate parole sacre in sé stesse. Specie del primo, spesso, si ritiene più importante il suono delle parole rispetto al loro significato.

Tutti conosciamo la sillaba "Om" (a volte scritta Aum), che per l'induismo è il suono primordiale, qualcuno avrà sentito pure il mantra che cita Krishna e Rama, due avatar del dio Vishnu: "Hare Krishna Hare Krishna/ Krishna Krishna Hare Hare/ Hare Rama Hare Rama/ Rama Rama Hare Hare".  Nel Dhikr viene usata la professione di fede islamica, "Là Ilaha Illà Allah" (Non c'è altro dio all'infuori di Dio), oppure versetti del Corano, o ancora semplicemente le parole Allah (Dio) e Hu (Lui). Nell'esicasmo si usa la preghiera apparsa sul Monte Athos durante il Medioevo, "Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore", ma esiste anche quella più antica, risalente al primo monachesimo "Vieni, Signore in mio aiuto/Vieni presto in mio aiuto". In Occidente è utilizzata anche la frase in aramaico "Maranathà" (Vieni, Signore), divulgata dal benedettino irlandese, John Main, il quale, tuttavia, non era un esicasta ortodosso.

A questo punto si arriva ad una condizione di pace e silenzio interiore, quello che lo yoga chiama Samadhi, mentre i mistici cristiani e islamici usano tanti termini diversi. Per spiegare questa varietà di linguaggio bisogna tenere presente che, mentre in India si sono adeguati tutti alla terminologia usata nello Yoga Sutra, attribuito al saggio Patanjali e redatto forse tra il II secolo a.C. ed il V d.C., nei paesi cristiani e musulmani ogni mistico aveva un suo proprio vocabolario. 

Tornando al Samadhi, è possibile che in esso avvenga l'incontro con l'Assoluto, indipendentemente da qualunque modo lo si voglia chiamare, ma nessuno può forzare questo evento. Solo Dio può decidere di manifestarsi. Potremmo paragonarlo ad un incontro d'amore: io posso dare appuntamento alla donna o all'uomo che ama, però solo lei/lui può decidere se presentarsi o meno. In ogni caso il percorso spirituale è sempre utile. Parlando per esperienza personale, se anche non ho mai sperimentato una vera Unio Mystica, posso ugualmente dire di aver sviluppato un rapporto quotidiano con il Divino, che mi aiuta anche a migliorare le mie relazioni con me stesso, con gli altri e con la natura. Come insegna San Giovanni Climaco: "Non tutti possono arrivare ai più alti gradi del cammino spirituale, ma tutti possono essere riconciliati con Dio".



martedì 6 settembre 2022

Domande frequenti sulla mistica



Cos'è la mistica?

Difficile rispondere a questa domanda. Sono state formulate mille definizioni della parola "mistica", ma la più convincente, almeno secondo me, è "la disciplina che mira ad un contatto diretto con il Trascendente".

La mistica e la religione sono la stessa cosa?

Se mi permettete la battuta, la mistica è un po' la religione 2.0, deriva dalla religione, ma ne supera i confini. In genere i mistici sono coloro che non si accontentano di una adesione solo formale a concetti, riti e norme di comportamento. Sono coloro che vanno più a fondo, in alcuni casi intraprendendo una vita di tipo ascetico, altri elebarando pratiche di meditazione.

Come è nata la mistica?

Esiste una teoria molto diffusa fra gli studiosi, in cui si ritiene che, in un primo momento, l'umanità ha considerato tutto l'universo come qualcosa di sacro e divino, poi, con la nascita delle religioni organizzate è avvenuta una scissione: il Creatore è divenuto qualcosa di "altro" rispetto alla creazione. La mistica sarebbe un terzo passaggio, in cui si cerca di ricostruire l'unità perduta Creatore-creature. Io, tuttavia, mi permetto di suggerire un'altra interpretazione: le prime divinità venerate dagli esseri umani erano tutt'altro che buone o sagge. Nei più antichi Vedi (i testi sacri indù) si legge che Indra, il dio del tuono, non faceva che combattere ed ubriacarsi  fino a non potersi più reggere in piedi. Nella mitologia greca Zeus tradiva continuamente la moglie Hera, inoltre per diventare signore dell'Olimpo aveva ucciso suo padre Cronos. Anche il Dio ebraico ordinava al suo popolo guerre e stragi con ben poca misericordia per i nemici. Questa è "l'infanzia della religione", poi è arrivata "l'adolescenza", in cui si è cominciato a credere in un Dio che rappresenta la morale, poteva essere un Dio unico, come quello degli ebrei, o semplicemente una divinità più potente di tutte le altre. Solo che tutti ci rendiamo conto che non sempre i casi della vita sono governati dalla morale. Non c'è essere umano che non si sia mai chiesto perché un Dio buono permette tante cose malvage. A questo punto l'umanità è entrata nella sua fase adulta: qualcuna ha rigettato in blocco la religione, divenendo ateo, qualcun altro ha cominciato a cercare il Divino non più nel mondo esterno bensì in quello interiore. Questi ultimi sono i mistici.

I mistici sono sempre anarchici, in contrasti con la religione "ufficiale"?

Non è sempre così. Certo, restando da noi in Occidente, abbiamo avuto i casi di Margherita Poreto e Giordano Bruno che sono finiti vittime dell'Inquisizione. D'altra parte dobbiamo anche notare la stima che, per esempio, i papi cattolici hanno avuto nei confronti di mistici, quali Francesco d'Assisi, Domenico di Guzman e Caterina da Siena, e soprattutto quest'ultima era una donna ribelle che non si faceva problemi ad usare un linguaggio duro con lo stesso pontefice

La mistica è qualcosa di esoterico, riservato a pochi iniziati?

Anche in questo caso non è sempre così, dipende dalle diverse scuole mistiche di cui stiamo parlando. Di sicuro la Qabbalah ebraica è forse la scuola più esoterica. Per secoli è rimasta chiusa in ristretti circoli di rabbini, i quali si impegnavano a non divulgarne i segreti. Solo il movimento chassidico (o hasidico), nato nell'Europa dell'Est nel '700, ha cercato di rendere alcuni aspetti della Qabbalah alla portata della gente comune. L'estremo opposto è forse la contemplazione cristiana: l'unica iniziazione richiesta è il battesimo e, anche se è stata coltivata soprattutto nei monasteri, non si è mai impedito ai laici di praticarla.

Per intraprendere un cammino mistico è necessario credere in una o più divinità?

Se da un lato tutte le tradizioni spirituali credono l'esistenza di qualcosa del Trascendente, di un "altro" rispetto alle nostre percezioni sensoriali, dall'altro lato non tutte lo descrivono nello stesso modo. Diciamo che in Europa e nel Mediterraneo si tende a vedere il Divino come un "qualcuno", nelle culture dell'Estremo Oriente lo si percepisce più come un "qualcosa". L'India è quasi una via di mezzo tra queste due concezioni: all'interno dell'induismo esistono sia scuole di pensiero teiste, che credono in una Divinità personale, come avviene in Occidente, sia altre non teiste che credono in un Divino impersonale.

E' vero che i mistici sviluppano poteri paranormali?

Ci sono testimonianze, non si sa fino a che punto attendibili, su mistici capaci di compiere guarigioni miracolose, di leggere nel pensiero, levitare, predire eventi futuri e molto altro, tuttavia i maestri spirituali cono concordi nell'affermare che questi sono come degli "effetti collaterali". Lo scopo che si prefigge un mistico non è quello di diventare una sorta di supereroe e chi si accosta alla spiritualità in cerca del miracoloso o dell'eccezione rischia facilmente di perdersi.

Qual è allora lo scopo del cammino spirituale?

Ogni essere umano ha quattro dimensioni: il rapporto con sé stesso, con gli altri, con la natura e con il Trascendente. L'intraprendere un percorso mistico, qualunque esso sia, intende creare un giusto equilibrio fra tutti questi rapporti e trasformarli in una comunione universale. Dio, l'umanità e il mondo ci appaiono come compartimenti stagni, ma possiamo scoprire che sono in realtà vasi comunicanti in contatto l'uno con l'altro.

lunedì 30 maggio 2022

In libreria "Racconti Apocrifi"

 Finalmente potete trovare in libreria il mio libro Racconti Apocrifi. In esso ho cercato di spiegare almeno cinque grandi religioni (zoroastrismo, buddismo, Islam, cristianesimo e sikhismo) attraverso delle narrazioni legate alle vite dei loro fondatori. L'impresa è stata ardua, poiché non mi ero mai trovato a dover far coesistere mito, realtà storica e mia immaginazione. 



I racconti di cui sono più orgoglioso sono quelli dedicati a Maometto e a Buddha. Soprattutto di quest'ultimo temevo di non farcela, visto che io sono sempre stato un "teista" che crede in una divinità trascendente, mentre lui era un agnostico che non riteneva indispensabile la fede negli dei per raggiungere l'Illuminazione.



Quelli che mi ha fatto più penare è stato invece il racconto su Gesù, visto che è un personaggio su cui, almeno da noi in Occidente, si è detto tutto ed il contrario di tutto. Per questo ho preferito incentrarlo più sui suoi discepoli che su di Lui personalmente.

I racconti su Zarathustra e sui dieci Sikh Guru, infine, sono quelli in cui ho dovuto "inventare" maggiormente, visto che trovavo poco materiale in italiano su queste figure. In ogni caso spero di essere riuscito ugualmente a condensare il senso del loro messaggio.



Potete ordinare il libro nella vostra libreria di fiducia o direttamente a questo link.

martedì 10 maggio 2022

Racconti Apocrifi a Porto Seguro Show



Informo tutti che alle ore 18,30 circa sarò a Porto Seguro Show, presso il Cinema Teatro Trieste, in via Antonio Pacinotti n. 6, a Milano per presentare il mio libro Racconti Apocrifi, pubblicato da Porto Seguro Edizioni.

A questo link trovate altre informazioni.

Spero accorrerete numerosi.


Christian Universalism - a profession of faith (English version)

All the following sentences are not dogmas or revelated Thruths, but only my personal opinions. God is neither male, nor female, but He/She ...